Il
culto della dea-madre è ancora vivo L’Encyclopædia
of Religion and Ethics cita il biblista W. M.
Ramsay secondo il quale nel “V sec. l’onore tributato alla
Vergine Maria a Efeso era una forma [rinnovata] del vecchio culto pagano
anatolico della Vergine Madre”. Un dizionario teologico (The New
International Dictionary of New Testament
Theology) afferma: “I concetti cattolici della ‘madre di
Dio’ e della ‘regina del cielo’, pur essendo posteriori al [Nuovo
Testamento], hanno radici storico-religiose molto più antiche in
Oriente. . . . Nella successiva venerazione di Maria ci sono
molte tracce del culto pagano della madre divina”. Queste
tracce sono troppo frequenti e troppo precise per essere frutto di una
coincidenza. La somiglianza fra le statue della Vergine Maria con il
bambino e le statue di dee pagane come Iside non può non balzare agli
occhi. Le centinaia di statue e icone della Madonna Nera presenti in
chiese cattoliche di tutto il mondo non possono non far ricordare la
statua di Artemide. Un’enciclopedia
cattolica (Théo—Nouvelle encyclopédie catholique) dice a proposito
di queste madonne nere: “Sembra
che siano state un mezzo per trasferire a Maria ciò che rimaneva della
devozione popolare a Diana [Artemide] . . . o a Cibele”.
Anche le processioni in onore della Vergine Maria il giorno
dell’Assunzione trovano il loro prototipo nelle processioni in onore
di Cibele e di Artemide. Gli
stessi titoli dati a Maria ci ricordano le dee-madri pagane. Ishtar era
acclamata come “Santa Vergine”, “signora” e “madre
misericordiosa che ascolta le preghiere”. Iside e Astarte erano
chiamate “regina del cielo”. Cibele fu definita “madre di tutti i
beati”. Tutti questi titoli, con piccole varianti, sono applicati a
Maria. Il
Concilio Vaticano II incoraggiò il culto della “beata
Vergine”. Papa Giovanni Paolo II è ben noto per la sua fervente
devozione a Maria. Durante i suoi lunghi viaggi non perde mai
un’occasione per visitare santuari mariani, incluso quello della
Madonna Nera di Częstochowa, in Polonia. Egli ha affidato il mondo
intero a Maria. Non sorprende, quindi, che alla voce “dea-madre” la New
Encyclopædia Britannica scriva: “Il termine è stato
applicato anche a figure così diverse come le cosiddette ‘Veneri
dell’età della pietra’ e la Vergine Maria”. Ma
la venerazione cattolica di Maria non è il solo modo in cui il culto
della dea-madre è sopravvissuto sino ad oggi. Fatto curioso,
sostenitrici del movimento femminista hanno pubblicato svariati libri
sul culto delle dee-madri. Esse credono che le donne siano state
gravemente oppresse in questo mondo dominato dall’aggressività
maschilista, e che l’adorazione di una divinità femminile rifletta le
aspirazioni dell’umanità a un mondo meno aggressivo. Evidentemente
credono anche che oggi il mondo sarebbe migliore e più pacifico se
fosse più sensibile alle tematiche femministe. Tuttavia, l’adorazione della dea-madre non portò la pace nel mondo antico, e non porterà la pace nemmeno oggi. Inoltre, oggi sempre più persone, sì, milioni di persone che si uniscono ai testimoni di Geova, sono convinte che questa terra non sarà salvata da Maria, per quanto rispettino e amino Maria quale donna fedele del I secolo che ebbe il meraviglioso privilegio di partorire e allevare Gesù. Né i testimoni di Geova credono che il Movimento per la liberazione della donna, per quanto giustificate possano essere alcune delle sue rivendicazioni, sia in grado di portare pace nel mondo. Perché questo avvenga essi confidano nell’Iddio che Paolo proclamò agli ateniesi e agli efesini, “l’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso”. (Atti 17:24; 19:11, 17, 20) Questo Dio Onnipotente, il cui nome è Geova, ha promesso un glorioso nuovo mondo in cui “dimorerà la giustizia”, e possiamo riporre piena fiducia in questa sua promessa. — 2 Pietro 3:13. Il
culto della dea-madre è ancora vivo? IL
CULTO della dea-madre era ancora praticato ai giorni dei primi
cristiani. L’apostolo Paolo dovette fare i conti con esso a Efeso, in
Asia Minore. Anche lì come ad Atene, altra città dedicata al culto di
una dea, egli aveva reso testimonianza all’“Iddio che ha fatto il
mondo”, il Creatore vivente, che non è “simile all’oro o
all’argento o alla pietra, simile a qualcosa di scolpito dall’arte e
dall’ingegno dell’uomo”. Questo era troppo per gli efesini, che
nella maggioranza adoravano la dea-madre Artemide. Quelli che si
guadagnavano da vivere producendo tempietti d’argento della dea
fomentarono una sommossa. Per circa due ore la folla gridò: “Grande
è l’Artemide degli efesini!” — Atti 17:24, 29; 19:26, 34. L’Artemide
di Efeso Anche
i greci adoravano un’Artemide, ma l’Artemide adorata ad Efeso si può
identificare solo vagamente con essa. L’Artemide greca era la dea,
vergine, della caccia e del parto. L’Artemide di Efeso era una dea
della fertilità. Il suo enorme tempio a Efeso era considerato una delle
sette meraviglie del mondo antico. La sua statua, che si credeva fosse
caduta dal cielo, la rappresentava come una personificazione della
fertilità, con il petto coperto da file di mammelle ovoidali. La
particolare forma delle mammelle ha suggerito varie interpretazioni:
secondo alcuni esse rappresenterebbero ghirlande di uova, o anche
testicoli di toro. Qualunque sia la spiegazione, il riferimento alla
fertilità è chiaro. È
interessante notare che, secondo la New Encyclopædia Britannica,
la statua originale di questa dea “era fatta di oro, ebano, argento e
pietra nera”. Una famosa statua che risale al II secolo E.V.
raffigura l’Artemide di Efeso con la faccia, le mani e i piedi neri. L’immagine
di Artemide veniva portata in processione per le strade. Il biblista R. B.
Rackham scrive: “Dentro il tempio [di Artemide] si conservavano . . .
le sue immagini, i suoi reliquiari e gli utensili sacri, d’oro e
d’argento, che nelle grandi feste venivano portati in città e poi
riportati indietro in una sontuosa processione”. (The Acts
of the Apostles) Queste feste attiravano centinaia
di migliaia di pellegrini da tutta l’Asia Minore. Questi compravano
tempietti della dea e la acclamavano con appellativi come grande,
signora, regina, vergine, “colei che ascolta e accetta le
preghiere”. In un ambiente del genere, ci volle grande coraggio da
parte di Paolo e dei primi cristiani per esaltare “l’Iddio che ha
fatto il mondo” anziché gli dèi e le dee fatti ‘d’oro o
d’argento o di pietra’. Da
dea-madre a “Madre di Dio” Fu
agli anziani della congregazione cristiana di Efeso che l’apostolo
Paolo predisse un’apostasia, avvertendoli che sarebbero sorti apostati
che avrebbero detto “cose storte”. (Atti 20:17, 28-30) Uno dei
pericoli che incombevano continuamente a Efeso era il ritorno al culto
della dea-madre. Si verificò questo? Nella
New Catholic Encyclopedia leggiamo: “Come meta di
pellegrinaggi, Efeso era considerata il luogo di sepoltura
[dell’apostolo] Giovanni. . . . Un’altra tradizione,
attestata dal Concilio di Efeso (431), lega la Beata Vergine Maria a San
Giovanni. La basilica in cui si tenne il Concilio fu chiamata Chiesa di
Maria”. Un’altra opera cattolica (Théo—Nouvelle encyclopédie
catholique) parla di una “tradizione plausibile” secondo cui
Maria avrebbe accompagnato Giovanni a Efeso, e lì avrebbe trascorso il
resto della sua vita. Perché è importante questo ipotetico legame tra
Efeso e Maria? Lasciamo
che a rispondere sia la New Encyclopædia Britannica:
“La venerazione della madre di Dio ricevette impulso quando la chiesa
cristiana divenne chiesa dell’impero sotto Costantino, e le masse
pagane affluirono nella chiesa. . . . La loro pietà e la loro
coscienza religiosa si erano formate per millenni attraverso il culto
della ‘grande madre’ e della ‘vergine divina’, aspetto che
risaliva alle antiche religioni popolari di Babilonia e Assiria”.
Quale posto poteva essere migliore di Efeso per la
“cristianizzazione” del culto della dea-madre? Fu
quindi a Efeso, nel 431 E.V., che il cosiddetto terzo concilio
ecumenico dichiarò Maria “Theotokos”, parola greca che
significa “Genitrice di Dio”, “Madre di Dio”. La New Catholic
Encyclopedia afferma: “L’uso di questo titolo da parte della
Chiesa fu indubbiamente decisivo per lo sviluppo, nei secoli successivi,
della dottrina e della devozione mariane”. Oggi,
tra le rovine dell’antica Efeso, si possono ancora vedere i resti
della “Chiesa della Vergine Maria”. Si può anche visitare una
cappella che, secondo una tradizione, era la casa in cui Maria visse e
morì. Papa Paolo VI visitò questi santuari mariani di Efeso nel 1967. Sì, Efeso fu il punto
focale per la trasformazione del culto pagano della dea-madre, come
quello che Paolo dovette affrontare nel I secolo, nella fervida
devozione a Maria quale “Madre di Dio”. È principalmente attraverso
la devozione a Maria che il culto della dea-madre è sopravvissuto nei
paesi della cristianità. Babilonia,
antica e moderna Quando
Nimrod, pronipote di Noè, cominciò a divenire potente sulla terra e
s’innalzò quale “potente cacciatore in opposizione a Geova”, il
principio del suo regno fu Babele, Babilonia. Fu a Babele che gli
uomini, sfidando Geova, decisero di farsi un nome celebre edificando una
città con una torre religiosa. Quello fu un atto d’apostasia, un
allontanamento dall’adorazione dell’Iddio di Noè, una ribellione
contro la sovranità di Geova. Ma il loro programma di costruzione fallì
miseramente. Geova scese e confuse la loro lingua. Non essendo più in
grado di comunicare l’uno con l’altro, si divisero secondo i gruppi
linguistici e furono dispersi da Babele “per tutta la superficie della
terra”. (Gen. 10:8-10; 11:1-9) Si portarono appresso la loro
falsa religione. Venne così all’esistenza un impero mondiale della
falsa religione, la mistica “Babilonia la Grande”. L’origine
comune delle religioni del mondo è evidente. Quante somiglianze! Per
esempio nell’antica Babilonia si
praticava il culto di Semiramide e di suo figlio Nimrod, tanto simile al
culto della Madonna e del Bambino praticato dalla cristianità apostata.
Nel suo libro “Ancient Pagan and Modern Christian Symbolism”, Thomas
Inman dice delle immagini della madre col bambino: “Sono così comuni
in India come in Italia, nei templi pagani come nelle chiese cristiane.
L’idea della madre e del bambino è rappresentata in ogni paese antico
della cui arte sia rimasta traccia”. John
Henry Newman, cardinale cattolico, nel suo libro intitolato “Lo
sviluppo della dottrina cristiana” afferma che queste pratiche e
dottrine “sono tutte derivazioni da usi pagani, santificati perché
vennero adottati nella vita della Chiesa”. Ma non sono stati affatto
santificati! Incorporando dottrine e cerimonie babiloniche, il
cattolicesimo e il protestantesimo attuali, insieme al giudaismo, non
hanno santificato affatto le pratiche e le dottrine della falsa
religione. Hanno invece dato prova d’essere organizzazioni figlie di
“Babilonia la Grande”. — Riv. 17:5. Queste
religioni “figlie” hanno partecipato alle crociate e ad altre guerre
religiose della storia. Le due guerre mondiali del nostro secolo sono
scoppiate fra nazioni cosiddette “cristiane”, con la successiva
partecipazione di scintoisti e buddisti. Il clero religioso di ogni
nazione ha contribuito ad alimentare l’isterismo bellico. Invece di
rappresentare l’‘Iddio d’amore’, l’impero mondiale della falsa
religione è sempre stato un attivo fomentatore di odio. Ancora oggi
cattolici e protestanti si combattono nell’Irlanda del Nord. La guerra
in Medio Oriente è in gran parte dovuta a odii religiosi. Tuttavia
ciò per cui Babilonia la Grande è maggiormente riprensibile è
indicato in Rivelazione 17:6: “Vidi che la donna era ubriaca del
sangue dei santi e del sangue dei testimoni di Gesù”. Queste parole
hanno avuto tragico adempimento, per esempio con le persecuzioni dei
cristiani del primo secolo, le inquisizioni medievali e la violenta
persecuzione scatenata dal cattolico Hitler contro i testimoni di Geova!
L’‘Iddio d’amore’ vendicherà tutto questo sangue? Certamente!
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